martedì 6 ottobre 2020

Una vittoria contro lo "sblocca Italia"

Un importante traguardo è stato raggiunto!!

Riportiamo qui sotto le parole del "Movimento Legge Rifiuti Zero per l'economia circolare":

"Dopo quattro anni di battaglia giudiziaria, OGGI FINALMENTE POSSIAMO DICHIARARE LA VITTORIA FINALE CONTRO GLI INCENERITORI PREVISTI NEL DECRETO SBLOCCA ITALIA.

Inviamo il comunicato stampa con la notizia della sentenza definitiva del TAR Lazio rispetto al nostro ricorso contro il decreto attuativo dell'art. 35 dello Sblocca Italia, che prevedeva il potenziamento dei 42 impianti di incenerimento esistenti e la costruzione di otto nuovi inceneritori nel centro sud.

Tale previsione avrebbe aumentato del 50% la quantità di rifiuti inceneriti e di conseguenza l'aumento del 50% delle emissioni in atmosfera di polveri ultrasottili contenenti molecole tossiche come diossine - furani - metalli pesanti.

L'incenerimento è una procedura oramai obsoleta in tutta Europa dato che la nuova normativa di "economia circolare" ha declassato il recupero di energia o la produzione di combustibili da rifiuti ad un pre-smaltimento, bloccando anche i fondi strutturali europei per tutta la filiera impiantistica relativa ai rifiuti non differenziati (dai TMB agli inceneritori alle discariche)

Questo il link del comunicato pubblicato:

https://www.leggerifiutizero.org/2020/10/06/abbiamo-vinto-contro-lo-sblocca-italia/

sabato 3 ottobre 2020

Passi da gigante verso l'economia circolare

 Approvato il decreto legislativo n. 116 del 3 settembre 2020. Il recupero di energia da rifiuto è ESCLUSO dagli obiettivi della Comunità Europea: finalmente si definisce il recupero dei rifiuti come recupero di materia!

  • Entrata in vigore dei decreti legislativi n°116 e 121 sulla corretta applicazione della economia circolare. E' previsto che il ricorso al recupero energetico dei rifiuti o dei materiali derivati da rifiuto (quali appunto il CSS) non siano considerati più "riciclo" e quindi una eventuale estensione di tale modalità di smaltimento è contraria agli obiettivi imposti dalla Comunità Europea di promozione dell'economia circolare.

 

  • L’utilizzo del CSS nei cementifici non è più un obiettivo prioritario rispetto alle altre operazioni di recupero di materiale potenzialmente combustibile (legna, plastica, etc.); la produzione e l’utilizzo di CSS non può più essere considerata attività «virtuosa» né conforme agli obiettivi dell’«Economia circolare»


 

domenica 13 settembre 2020

Regione Lombardia intende favorire l'introduzione del CSS nei cementifici!

Regione Lombardia ha divulgato ai comuni gli atti di indirizzo per il nuovo PREAC, il documento che dirigerà le scelte in merito ad Energia, Ambiente e Clima.

Ebbene, nel documento è dichiarata l'intenzione di favorire "l’utilizzo presso i cementifici lombardi dei combustibili solidi secondari (CSS) derivanti dai rifiuti, in sostituzione di combustibili fossili come il pet coke".

Inoltre, viene citata anche la volontà di rinnovare gli inceneritori adeguandoli alle ultime BAT: una pratica che, ovviamente, ne prolungherebbe il periodo di vista anziché puntare alla loro dismissione.

Da anni ci battiamo affinché i cementifici vengano estromessi da ciclo dei rifiuti, visti i rischi sanitari che questa pratica comporta, e NON POSSIAMO ACCETTARE una presa di posizione di questo tipo da parte di Regione Lombardia, peraltro consapevole della grave situazione di inquinamento ambientale che ci contraddistingue!

Regione Lombardia ha inviato il testo del PREAC ai comuni chiedendo un loro contributo, così noi abbiamo inviato le nostre osservazioni ai ns. amministratori affinché si facciano portavoce di tutti i cittadini che chiedono un VERO RINNOVAMENTO, e non la riconferma delle solite pessime pratiche di gestione dei rifiuti che "chiudono" il ciclo con un incenerimento generalizzato.

Riportiamo qui sotto il link al documento inviato ed il testo del documento stesso.



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Spett.li Comuni in indirizzo sotto indicati

Alla cortese attenzione di:

Sig. Sindaco

Sig. Assessore teritorio/ecologia

Ufficio Segreteria


Per conoscenza

Alla Popolazione tutta.

Lettera aperta diffusa a mezzo stampa.

Gli allegati sono sotto forma di link a documenti online.


Comunicazione inviata ai comuni di:

Bonate Sopra, Bonate Sotto, Bottanuco, Brembate, Calusco d’Adda, Capriate San Gervasio, Carvico, Chignolo d'Isola, Cisano Bergamasco, Filago, Madone, Medolago, Solza, Sotto il Monte Giovanni XXIII, Suisio, Terno d'Isola, Villa d'Adda, Brivio, Calco, Cernusco Lombardone, Imbersago, Lomagna, Merate, Montevecchia, Osnago, Paderno d'Adda, Robbiate, Ronco Briantino, Verderio, Aicurzio, Bernareggio, Busnago, Cornate d'Adda, Mezzago, Roncello, Sulbiate, Grezzago.


OGGETTO : Proposta di atto di indirizzo in materia di Programma Regionale Energia Ambiente e Clima (PREAC) di Regione Lombardia - Coinvolgimento dei comuni nella stessa per la tutela degli interessi sanitari dei cittadini ed ambientali dei territori coinvolti.


Egregi Sig.ri,

ci è giunta informazione che Regione Lombardia, ora in fase di definizione del Programma Regionale Energia Ambiente e Clima (PREAC) che sostituirà il PEAR (Programma Energetico Ambientale Regionale) del 2015, ha inviato gli atti ai comuni chiedendo un riscontro con eventuali contributi volti al miglioramento dello stesso.


In particolare rileviamo che, tra gli atti di indirizzo, compaiono le seguenti voci:


“In riferimento agli asset industriali esistenti, alla prospettiva di decarbonizzazione del settore e all’incremento del recupero energetico, in perfetto allineamento con gli indirizzi del nuovo Piano Regionale verso l’economia circolare in costruzione:


1 • verrà favorito l’utilizzo presso i cementifici lombardi dei combustibili solidi secondari (CSS) derivanti dai rifiuti, in sostituzione di combustibili fossili come il pet coke; 

2 • sarà definito il percorso di progressivo adeguamento degli impianti di incenerimento rifiuti lombardi ai criteri di efficienza energetica contenuti nell’aggiornamento delle migliori tecnologie disponibili (MTD) individuate con la Decisione di esecuzione dell’UE 2019/2010, che prevede l’adeguamento di tutte le installazioni entro il 2/12/2023."



Per quanto riguarda i comuni delle nostre zone, Isola Bergamasca e Meratese/Brianza, siamo convinti sia assolutamente doveroso intervenire puntualizzando sulle ricadute sanitarie ed ambientali che i temi sopra riportati portano con sé.

Ciò detto non deve sfuggire il sottile significato politico dell’iniziativa di Regione Lombardia, la quale, concedendo formalmente agli amministratori locali di intervenire con propri contributi nella definizione delle linee di indirizzo che si stanno progettando, li responsabilizza direttamente (vincolandoli anche per il futuro) sulla qualità delle decisioni che verranno deliberate e sulle ricadute che queste avranno sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni residenti.  


E’ dunque questa l’occasione per chiedere con coraggio e forti argomentazioni una diversa impostazione del Programma infatti, posto che non condividiate senza riserve l’impianto proposto dal PREAC, il Vostro silenzio equivarrebbe ad una accettazione in toto della proposta.


Vi scriviamo quindi, essendo Voi amministratori interessati da questi due punti del PREAC, per ribadire le seguenti considerazioni, già più volte diffuse dai comitati, che chiediamo siano da Voi condivise e riportate chiaramente a Regione Lombardia in questa fase decisionale.


Per quanto riguarda il punto 1:


1A)

Focalizzando sui cementifici che bruciano rifiuti, da tempo i comitati riportano dati che certificano un incremento di buona parte degli inquinanti in emissione nel momento in cui vengono introdotti i rifiuti in sostituzione dei combustibili tradizionali.

Ed i CSS sono rifiuti.

Soprattutto si nota un aumento delle concentrazioni di metalli pesanti e, oltretutto, la comparsa di una serie di inquinanti assenti prima dell’introduzione dei rifiuti.

Per questo 10.000 cittadini delle nostre zone hanno firmato una petizione depositata presso la Provincia di Bergamo, nel mese di Luglio 2015, contro l’introduzione dei rifiuti nei forni dei cementifici e per una drastica riduzione degli inquinanti emessi in generale.

Per approfondire vedere i seguenti link:

-Testo della Petizione depositata.

-Articolo sulla consegna delle firme alla Provincia di Bergamo.

-Articolo e documentazione tecnica scaricabile sull’intervento dei Comitati in Conferenza dei Servizi VIA17-BG.

-Intervento di ISDE Medici per l’ambiente a riguardo della combustione di CSS nei cementifici.



1B)

Smontiamo il “luogo comune” per cui la combustione di CSS possa entrare a far parte dell’economia circolare: si tratta della “coda non trattabile” di rifiuti rimanente a valle degli impianti di recupero, e dovrà essere sempre in diminuzione nel tempo con l’aumentare dell’efficienza di separazione/recupero dei rifiuti, la diminuzione degli imballaggi e la re-ingenerizzazione dei prodotti per favorire il loro riciclo.

E’ assolutamente FUORI LUOGO parlare di economia circolare quando si parla di CSS.

Vorremmo invece vedere nuove norme ed investimenti in merito di riduzione dei rifiuti ed efficienza nel recupero delle materie prime-seconde.

Per approfondire vedere i seguenti link:

-Articolo di Medicina Democratica sull’uso dei CSS nei cementifici.





1C)

Esiste una Petizione Europea, accolta dalla Commissione Europea per le Petizioni, che porta solide argomentazioni contro il CSS combustibile (vi invitiamo ad approfondire l’argomento per rendersi conto della forzatura di questa legislazione emanata a scopi puramente commerciali).

La Petizione è stata non solo accolta ma anche condivisa dalla Commissione Petizioni: infatti, un mese dopo la presentazione a Bruxelles, la stessa commissione ha inviato una comunicazione al ministro per l’ambiente Sergio Costa stimolandolo ad affrontare la questione nel rispetto della preoccupazione dei cittadini.

Per approfondire vedere i seguenti link:

-Testo della Petizione Europea.

-Allegati Petizione Europea.

-Articolo sulla presentazione della Petizione Europea.



Per quanto riguarda il punto 2:


A2)

Ben venga l’efficientamento degli impianti di incenerimento esistenti, ma manca invece una CHIARA VOLONTÀ per arrivare ad una drastica riduzione di tali impianti sul territorio di Regione Lombardia che, come tutti sanno, arriva a bruciare quasi la metà di tutti i rifiuti bruciati sul territorio nazionale.

Questo porta ad un incremento dell’inquinamento dell’aria perpetrando la perenne situazione di emergenza sanitaria a cui siamo sottoposti tutti i giorni.

Per approfondire vedere i seguenti link:

-L’incenerimento come tecnologia da superare.



In conclusione chiediamo che i ns. comuni, limitrofi al cementificio Italcementi-Heidelberg di Calusco d’Adda ed a 5 inceneritori nel raggio di 20 km., SI ATTIVINO PER PORTARE QUESTE ED EVENTUALMENTE ALTRE MOTIVAZIONI ALLO SCOPO DI EVIDENZIARE I REALI PERICOLI INSITI NELLA LINEA DI AZIONE PROPOSTA DA REGIONE LOMBARDIA CHE FAVORIREBBE L’INTRODUZIONE DI CSS NEI CEMENTIFICI ED IL PROLUNGAMENTO DELLA VITA DEGLI INCENERITORI..



Restiamo in attesa di un Vs. riscontro in merito.

Grazie.

Cordiali saluti.


Attilio Agazzi - Comitato La Nostra Aria

Raffaella Zigon - Rete Rifiuti Zero Lombardia


07 Settembre 2020

Per contatti e informazioni:

comitatolna@gmail.com ; rifiutizeromerate@gmail.com;

comitatolna.blogspot.com

lunedì 18 maggio 2020

Correlazioni tra l’inquinamento atmosferico, diffusione del Coronavirus e future decisioni degli enti competenti su materie di impatto ambientale

Gli enti decisori non possono più sorvolare sulle le condizioni di inquinamento ambientale in cui viviamo, soprattutto dopo le evidenze che si stanno delineando nel corso di questa emergenza!!
Qui sotto trovate la nostra comunicazione agli enti competenti: se tutto questo non basta, cosa ci vorrà ancora?!?

domenica 16 febbraio 2020

La tutela sanitaria dei cittadini, questa sconosciuta...

Lo scorso 31 Gennaio 2019 abbiamo di nuovo contattato tutti i comuni coinvolti dalle ricadute del camino del cementificio Italcementi-Heidelberg di Calusco d'Adda (ed anche altri comuni limitrofi) richiedendo, come già fatto altre volte, di svolgere una indagine epidemiologica INDIPENDENTE sui cittadini coinvolti da queste ricadute.

Il tutto a maggiore tutela della salute dei cittadini della zona che, da anni, si trovano a convivere con una attività classificata come "insalubre di classe 1", ma senza avere MAI avuto un riscontro analitico sull'incidenza che questa attività in realtà ha sulla loro salute.
Sopratutto alla luce del fatto che, da qualche anno a questa parte, il cementificio ha iniziato a bruciare 30.000 ton./anno di rifiuti (o CSS che sia, ma sempre di rifiuti si tratta, anche se una norma nazionale li ha elevati al rango di combustibili per scopi commerciali....) con i noti rischi sanitari connessi, e questo dato non potrà che aumentare nel tempo data la complicità delle leggi Nazionali ed anche Regionali!

I sindaci sono i garanti della salute dei loro concittadini e, sulla base di questo, possono intervenire in maniera ANCHE INCISIVA quando si tratta di richiedere analisi e, se necessario, azioni a tutela della salute pubblica.
Ma i nostri sindaci sembrano sempre molto "timidi" a riguardo, nonostante le molteplici situazioni critiche presenti sul territorio che, in realtà, imporrebbero controlli sempre maggiori.

Una sola risposta ci è giunta sino ad ora a seguito della nostra comunicazione, ed in sintesi afferma che quanto da noi richiesto non è di loro competenza ma bensì di ATS.
Come i nostri lettori ben sanno, siamo in contatto diretto con ATS che dichiara di non poterla eseguire nello specifico.
Quindi che fare?!?
La nostra richiesta verte appunto sul fatto che un comune, o una serie di comuni che si uniscono in "consorzio" e portatori di interessi nei confronti di questa emissione, potrebbero commissionare ad un ente specifico e certificato l'esecuzione dell'indagine richiesta dai cittadini.
Nella nostra comunicazione abbiamo citato un esempio pratico in merito, ma molti altri ce ne sono: chi aveva la volontà di agire lo ha fatto senza remore!

Tutti possiamo però constatare che i nostri amministratori, almeno fino ad ora, nulla hanno fatto in merito all'esecuzione delle indagini sanitarie richieste!
Possiamo invece vedere che confidano nel rispetto dei limiti di emissione, fiduciosi del fatto che questo corrisponda ad un "rispetto della salute dei cittadini" (assolutamente non certa la cosa...) ed attendono l'analisi che la Provincia di Bergamo HA COMMISSIONATO AD ITALCEMENTI STESSA, sotto la supervisione di ATS.

Cosa possiamo fare ora, se non restare in attesa di ulteriori riscontri...
Nel frattempo noi cittadini interessati facciamoci sentire in ogni ambito possibile, privato e pubblico, per richiedere con forza ed ottenere un minimo di certezze sull'ambiente in cui viviamo.

Qui sotto trovate il link per scaricare e leggere il documento INVIATO A 36 COMUNI coinvolti dalle ricadute, o prossimi ad esse solo per maggiore informazione.
Lo riportiamo in forma anonima, all'inizio trovate l'elenco dei comuni a cui è stato inviato e che tutti hanno ricevuto.




Qui il link all'articolo citato di riferimento.





domenica 26 gennaio 2020

Facciamo che l'inquinamento non diventi una cosa normale!!

L’inquinamento atmosferico mette sotto assedio la pianura Padana e Merate è assurta a ruolo di leader in questa sciagurata classifica (PM 10 pari a 121 μg/m3 con valori limite pari a 50 μg/m3 ).

Gli enti, dopo anni di immobilismo, cominciano a muovere i primi passi “impopolari” bloccando in qualche caso anche auto sbandierate dalle case automobilistiche come “il futuro dell’ecologia” (diesel Euro 6).

Oltre al traffico veicolare, di cui è nota la responsabilità, non dobbiamo però dimenticare che anche il riscaldamento domestico contribuisce a peggiorare la salubrità della nostra aria.

Viste le risultanze delle analisi dell’aria, sorgono allora spontanee alcune riflessioni.

Sembra infatti che i blocchi temporanei del traffico e le limitazioni temporanee ai riscaldamenti domestici non risolvano i problemi: in realtà sembrano delle pezze, solamente “piccole” azioni per non peggiorare ulteriormente una situazione degradata dall’immobilismo di un sistema che non si rinnova.

Inoltre risolvono solo una parte del problema, quella in effetti più FACILE E COMODA da risolvere, in quanto “stringe le maglie” attorno ai privati cittadini, facili da colpire con interventi legislativi ad hoc per forzarli a rinnovare il parco autoveicoli e/o il proprio impianti di riscaldamento domestico.

Approfondendo ancora la riflessione, risulta chiaro che nessuno si sforza invece di aggredire il comparto dei grandi impianti di combustione ed inceneritori, i quali sicuramente danno un pesante apporto all’inquinamento atmosferico e sono attività spesso evitabili in quanto derivanti da specifiche scelte politiche e di mercato.

Qui vicino a noi, a meno di tre chilometri da Merate, il cementificio Italcementi-Heidelberg di Calusco d’Adda, solo considerando le emissioni di Nox ogni giorno inquina come 570.000 autovetture diesel che percorrono 40km!! Senza dimenticare la presenza di altre realtà contigue certamente molto meno impattanti del cementificio ma che comunque contribuiscono al superamenti della soglia di inquinanti dispersi in atmosfera.

E non si tratta solo di un problema di “particolato genericamente parlando”... infatti tutti i cementifici, pur essendo già classificati come “industrie insalubri di 1° classe”, per via del decreto Clini D.M. 14 Febbraio 2013 n.22 sono autorizzati anche a bruciare rifiuti senza avere efficienza e sicurezza paragonabile agli inceneritori dedicati a tale scopo, emettendo di conseguenza anche moltissime altre sostanze inquinanti di cui molte sicuramente persistenti e tossiche per la salute umana (come metalli pesanti di vario tipo per es. arsenico, piombo, zinco e diossine e PCB) che tra l’altro automobili e riscaldamenti domestici non emetteranno mai!

Inoltre siamo geograficamente al centro di una cerchia di inceneritori di rifiuti che, per via della nostra pigrizia nel limitare i consumi e differenziare correttamente, bruciano circa 700.000 ton/anno di rifiuti, per rendere l’idea c.ca 90 autotreni al giorno bruciati sotto il nostro naso!

Fino a quando gli enti continueranno a colpire i singoli cittadini, senza colpire i grandi impianti di combustione, il problema inquinamento dell’aria migliorerà ma non potrà mai essere risolto!

Come spesso si dice, serve una modifica strutturale del sistema, la quale DEVE coinvolgere anche i grandi impianti di combustione ed industriali in genere che, chissà come mai, non vengono mai chiamati in causa dalla stampa e dagli enti per il loro apporto all’inquinamento ambientale.

Infatti questi giganteschi camini lavorano c.ca 330gg. anno per 24 ore al giorno, mentre i riscaldamenti in primavera si spengono, e le automobili di notte circolano molto meno...

Vorremmo che tutti si rendessero conto di queste situazioni affinché, oltre ad impegnarsi nel loro piccolo limitando le proprie auto e riscaldamenti, prendano posizione e denuncino a migliaia queste inaccettabili mancanze, che potremmo anche paragonare a dei favoritismi!


Comitato La Nostra Aria  - Rete Rifiuti Zero Lombardia
21 Gennaio 2020
Per contatti e informazioni: