martedì 19 giugno 2018

18-06-2018 La Petizione viene discussa a Bruxelles

Finalmente Lunedì 18-06 2018 la è stata discussa alla sede del Parlamento Europeo di Bruxelles!!

Un appuntamento importante che dimostra la bontà delle argomentazioni da noi poste contro il decreto Clini ed, in generale, contro la combustione dei rifiuti nei cementifici.

Il nostro rappresentante Attilio Agazzi ed il vice-presidente di Medicina Democratica Marco Caldiroli hanno presenziato alla seduta, portando di persona le loro argomentazioni alla Commissione Petizioni ed al rappresentante della Commissione Europea presente alla discussione.
Gli Europarlamentari Eleonora Evi e Piernicola Pedicini, membri del Gruppo Ambiente, hanno seguito la pratica in fase di preparazione ed erano altresì presenti alla seduta, supportando la petizione in sede di discussione e contribuendo all'ottimo risultato ottenuto.
La Commissione Petizioni ha infatti dichiarato che interverrà presso il Governo Italiano a favore della nostra Petizione, che resterà ancora aperta permettendo di apportare maggiori dati e motivazioni alla causa.

Medicina Democratica e Zero Waste Italy sono intervenuti pubblicando due articolo su questa vicenda:

Clicca QUI PER L'ARTICOLO DI MEDICINA DEMOCRATICA

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Per vedere l'intervista ANSA al nostro portavoce CLICCA QUI:
INTERVISTA ANSA






Qui sotto riportiamo l'articolo pubblicato sul sito di Medicina Democratica, preparato in collaborazione con i testi del Comitato La Nostra Aria, che riporta per intero gli interventi di Attilio Agazzi e Marco Caldiroli oltre ad illustrare gli eventi della seduta.

A seguire l'articolo di Zero Waste Italy.


ARTICOLO DI MEDICINA DEMOCRATICA

Ieri, 18 giugno, è stata presentata alla Commissione Petizioni della UE, presso il Parlamento Europeo, la petizione contro l’utilizzo di rifiuti (CSS) nei cementifici e contro la scelta unilaterale dell’Italia di considerare il CSS come un combustibile “non più rifiuto” (end of waste).
Le conclusioni sono sintetizzate dal primo presentatore (Attilio Agazzi) qui sotto :
Oggi, con la discussione della petizione, sono stati raggiunti due risultati importanti:
1-La presidente della commissione ha dichiarato che scriveranno una lettera alle istituzioni Italiane, chiedendo di prestare attenzione alle diffuse preoccupazioni che questa vicenda sta creando nei cittadini.
2-La Petizione resterà aperta, con possibilità di approfondire il tema mediante studi e casi futuri, che potranno supportate ulteriormente le nostre ragioni.
Quindi, con oggi, non si chiude nulla: si aprono invece nuove possibilità per approfondire il tema e riproporlo all’attenzione della Commissione Petizioni quando avremo dati e studi capaci di incidere maggiormente sull’immobilismo decisionale della Commissione Europea.
Teniamo alta l’attenzione e facciamo girare ogni informazione che può essere utile, saranno tutti tasselli per un futuro approfondimento.
Voglio quindi ringraziare quanti hanno contribuito alla buona riuscita della petizione partendo dalla nascita dell’idea iniziale, dai tanti contributi al testo ed alla diffusione su tutti i canali, fino all’adesione con le firme pervenute da tutta Italia ed al supporto organizzativo interno alla commissione, arrivando così alla condivisione dell’evento in ogni sua fase per dare la giusta visibilità.
Non posso citare ora tutti con il rischio di scordare qualcuno, ma ringrazio soprattutto Marco Caldiroli di Medicina Democratica che ha professionalmente contribuito al testo e ci ha fisicamente accompagnati e supportati a Bruxelles.
Probabilmente approfondiremo con un articolo sul nostro blog: comitatolna.blogspot.com
Speriamo che il futuro ci riservi un percorso positivo.
Riportiamo sotto gli interventi di Agazzi (Comitato di Calusco d’Adda) e del Presidente di Medicina Democratica che hanno presentato la petizione alla commissione.
Il testo della petizione è qui.
Petizione n. 0813/2017
Possibile violazione della normativa EOW nella classificazione del CSS-C
Intervento di Attilio Agazzi
Buongiorno a tutti, e grazie per la possibilità di intervento.
Il tema dell’incenerimento dei rifiuti è molto sentito in Italia e riguarda anche il CSS che, solo in Italia, viene classificato “combustibile” ma non è altro che rifiuto indifferenziato selezionato meccanicamente.
Molte sono le evidenze preoccupanti per quanti vivono in prossimità di impianti incenerimento e coincenerimento:
1-In Emilia Romagna, da anni, il Moniter registra incidenze sulla salute dei cittadini residenti in prossimità di un inceneritori, evidenziando incrementi di tumori al pancreas, fegato, polmone, colon, ovaie e infine dei linfomi di Hodgkin in entrambi i sessi
2-A Torino, dopo l’accensione dell’inceneritore del Gerbido, un impianto autorizzato con limiti BEN PIU’ BASSI che non quelli riservati a cementifici a cui il CSS è dedicato, le analisi sulle unghie dei bambini hanno rilevato valori di +200% di alluminio, +1000% di arsenico, +50% di cromo, +100% di vanadio e non solo.
3-Da tempo, per chi vive nella Pianura Padana, la qualità dell’aria è un PROBLEMA REALE: gli ultimi dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (Report 13/2017) riportano una stima già in precedenza citata dal WHO, e in Italia circa 80.000 morti premature sono attribuibili all’inquinamento dell’aria.
Con l’estensione dell’utilizzo di questo nuovo combustibile le attuali situazioni ambientali ed i riflessi sulla salute saranno ancora peggiori.
Siamo di fronte ad una situazione particolarmente pericolosa per quanti subiscono quotidianamente gli effetti di un’aria fortemente inquinata, sempre più influenzata dal coincenerimento di migliaia di tonnellate di rifiuti al giorno (solo in Lombardia di 2.800.000 ton./anno, metà dell’Italia intera).
Inoltre, in Italia, i cementifici nascono sempre vicino o all’interno di in centri abitati: per esempio le ricadute del cementificio di Calusco d’Adda coinvolgono direttamente circa 20.000 cittadini rappresentando così un reale rischio per la salute dei residenti.
Esiste anche un palese conflitto tra l’esistenza del CSS e la nuovissima regolamentazione Europea sulle plastiche: infatti la parte di rifiuto più “efficiente come combustibile” è proprio la parte plastica che, invece di essere recuperata in materia, viene lasciata nel CSS e venduta come combustibile.
Sono numerosi gli studi su questi rischi con risultati chiari :
-A Fanna e Maniago uno studio su un gruppo di polli allevati allo scopo, svolto da un ente qualificato, ha rilevato presenza di PCB ben oltre il limite di commestibilità.
-A Monselice è stato vietato passeggiare sui sentieri del Monte Ricco e, di recente, si valuta di spostare le scuole elementari Cini e Tortorini per via dell’alto inquinamento del terreno.
-Diversi comuni in Abruzzo hanno ufficialmente diffidato la Regione ad autorizzare l’utilizzo di CSS nel cementificio prima che siano effettuati “maggiori controlli riguardanti l’impatto sanitario ed ambientale”.
Cresce quindi la consapevolezza che i grandi impianti di combustione sono da evitare gli studi che affermano che inquinare entro i limiti di legge non tutela la salute sono numerosi: dal prestigioso Progetto ESCAPE (European Study of Cohorts for Air Pollution Effects) finanziato dalla stessa Comunità europea, al recente progetto triennale europeo “Mapec Life-Monitoring air pollution effects on children for supporting public health policy”, cui contribuisce anche l’Università di Pisa, che riguarda cinque città italiane: Pisa, Brescia, Lecce, Perugia e Torino.
Tutto questo per dire che, in molti contesti già fortemente compromessi dal punto di vista ambientale, introdurre un nuovo “combustibile” derivante dai rifiuti, che peggiorerà la situazione, è un passo ASSOLUTAMENTE da evitare.
Intervento di Marco Caldiroli

I cementifici sono impianti ad elevato impatto ambientale ed oggetto della normativa sulla riduzione e prevenzione integrata dell’inquinamento e recentemente di quella sulle emissioni industriali. L’obiettivo è quello della riduzione degli impatti a partire dalla attuazione delle migliori tecnologie disponibili.
Infatti, diversi studi epidemiologici hanno evidenziato eccessi di malattie cardiocircolatorie e respiratorie per le popolazioni esposte.
I cementifici sono considerati idonei a bruciare i combustibili fossili con più alto tenore di zolfo (carbone, petcoke) e sono stati proposti ed utilizzati per smaltire rifiuti problematici (pcb, amianto, solventi).
I cementieri italiani hanno per anni sostenuto che solo con l’utilizzo di combustibili alternativi (rifiuti) si potesse ottenere una riduzione delle emissioni in particolare degli ossidi di azoto e degli ossidi di zolfo.
Hanno ottenuto che l’Italia, unico tra i paesi della Unione Europea, approvasse una norma che riconosce lo stato di EOW per il combustibile solido secondario (combustibile derivato dai rifiuti). L’associazione dei cementieri europei si è sempre dichiarata contraria a queste proposte.
Sappiamo bene che l’utilizzo di rifiuti nei cementifici è pratica diffusa da tempo, in particolare in Germania come pure è stata oggetto di sentenze della Corte di Giustizia nel 2007 e 2008, in ogni caso vengono utilizzati come rifiuti nel rispetto delle norme corrispondenti.
La norma italiana fa uscire questi combustibili dalle norme sui rifiuti e ha causato una semplificazione delle procedure autorizzative : spesso si evita la valutazione di impatto ambientale e la procedura di modifica sostanziale della autorizzazione vigente, escludendo le popolazioni esposte dalla partecipazione ai processi decisionali.
La decisione UE sulle migliori tecnologie disponibili nel comparto del cemento (2013) ha confermato che è possibile ridurre le emissioni (ossidi di azoto) qualunque combustibile sia utilizzato, con interventi tecnici e sui sistemi di trattamento delle emissioni.
Oggi i cementieri italiani sostengono che l’utilizzo di rifiuti o EOW come combustibili non determina il superamento dei limiti e non incrementa in modo significativo le emissioni.
Queste affermazioni si basano su studi sovvenzionati e svolti per conto degli stessi cementieri e basati su dati dei sistemi di misurazione delle emissioni di numerosi impianti con l’effetto di nascondere incrementi delle emissioni (in particolare per metalli pesanti) verificati presso singoli impianti. Solo studi approfonditi sul singolo impianto possono dare risposte affidabili.
La riduzione negli ultimi anni delle emissioni nel comparto rende meno visibili incrementi dovuti alla composizione dei combustibili in caso di variazioni del combustibili : è il rinnovo tecnologico degli impianti ed in particolare la introduzione di sistemi di precalcinazione che hanno ridotto consumi energetici ed emissioni.
Non va dimenticato che il rispetto dei limiti è sempre stato considerato dalle direttive europee come una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire un elevato livello di protezione per l’ambiente e le popolazioni. Il rispetto dei limiti non attua il principio di precauzione.
La norma italiana va contro le indicazioni delle UE per l’utilizzo di rifiuti come combustibili, anche in quanto non considera la presenza di metalli pesanti nel combustibile rifiuto come decisiva per definire il prodotto come conforme alle norme EOW.
Risulta inoltre in contrasto con le priorità poste nella gestione dei rifiuti e negli obiettivi inerenti l’economia circolare in quanto favorisce il mercato dei rifiuti anziché il loro riciclo, il vero motivo che spinge le aziende ad utilizzarli è il minor costo rispetto ai combustibili tradizionali, ma il costo è minore perché le materie prime che compongono i rifiuti combustibili hanno un valore negativo sul mercato : gli impianti di trattamento e produzione dei rifiuti combustili vengono pagati dai fornitori per ritirare i rifiuti, ciò determina un basso costo dei rifiuti in uscita.
Da ultimo si segnala che il cemento prodotto in questo modo contiene maggiori quantità di metalli pesanti, questo potrà determinare problemi a medio e lungo termine. In ogni caso risulta non condivisibile il mantenimento dell’esenzione per clinker e cemento dagli obblighi del regolamento sulle sostanze chimiche (REACH) in quanto tale esenzione si fonda sul presupposto che il cemento sia costituito quasi esclusivamente da materie naturali, l’incremento nell’utilizzo di rifiuti sia per la preparazione della farina cruda (anche scorie da incenerimento) e di combustibili da rifiuti è tale da mettere in discussione tale condizione. Richiediamo pertanto che l’Agenzia Europea per la chimica (ECHA) rivaluti tali situazione
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ARTICOLO DI ZERO WASTE ITALY
BUONE NOTIZIE DAI TERRITORI: IL CASO DEL COMBUSTIBILE SOLIDO SECONDARIO (CSS) E DEI CEMENTIFICI,
IL PARLAMENTO EUROPEO ACCOGLIE I CITTADINI CHE SI SONO ORGANIZZATI ATTORNO AD UNA PETIZIONE.
Bruxelles, lunedì 18 giugno 2018, ore 15:00
Il PARLAMENTO EUROPEO convoca i Comitati per discutere la Petizione NO CSS nei cementifici.
Dopo aver superato il vaglio dell’Ufficio Petizioni del Parlamento Europeo, a Dicembre 2017, la Petizione predisposta dal COMITATO LA NOSTRA ARIA e da RETE RIFIUTI ZERO LOMBARDIA è stata pubblicata sul portale Europeo delle Petizioni, riconoscendo così la fondatezza delle questioni sollevate.
Lunedì 18 Giugno Attilio Agazzi, rappresentante del Comitato La Nostra Aria, e Marco Caldiroli di Medicina Democratica, che ha offerto il suo contributo tecnico al testo della petizione, sono stati ricevuti a Bruxelles e hanno spiegato di fronte ai Deputati del Parlamento Europeo le ragioni dei cittadini firmatari la petizione.
La petizione è nata ed è stata promossa nel corso del 2017 dalla Rete Nazionale No Css nei Cementifici. La rete è nata a fine 2015 e vi hanno mano a mano aderito attivisti, comitati e associazioni di numerose realtà italiane che subiscono il problema della combustione dei rifiuti in cementerie nelle aree di Calusco d’Adda (BG), Matera, Val d’Arda (PC), Barletta (BA), Castelraimondo (MC), Monselice (PD), Pederobba (TV), Maniago (PN).
Cosa dice la petizione?

Con il Decreto Ministeriale 14 Febbraio 2013 n.22, c.d. Decreto “Clini”, il governo eleva al rango di combustibili alcuni rifiuti che hanno subito particolari trattamenti e controlli. Questa normativa si basa sul concetto di End Of Waste che implica però il rispetto di un’importantissima clausola determinante per la classificazione del rifiuto: si stabilisce che un rifiuto cessa di essere tale (End of Waste) ….se “l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà ad impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana”; ciò significa che, nel ciclo di “utilizzo” dei rifiuti, gli impianti che li utilizzano come combustibili non devono produrre un aumento delle emissioni o di ceneri residue. Cosa che invece sembra si sia verificata in impianti che li hanno utilizzati e ancora li utilizzano.
Così facendo si evita l’applicazione dei corretti principi di Prossimità e di Autosufficienza dei Territori nella gestione dei rifiuti, creando invece un vero e proprio commercio di materiali (che solo dal punto di vista giuridico non sono più “rifiuti”, ma nella pratica rimangono tali), liberamente gestiti nell’ambito di logiche commerciali della compravendita, divenendo quindi motivo di ingenti guadagni per chi li tratta a tutto danno per la salute pubblica e in totale spregio del concetto di recupero e riutilizzo della materia e della tutela della salute dei cittadini!
La Petizione chiede al Parlamento Europeo di:
  • intervenire con le opportune azioni affinché si arrivi all’abrogazione del Decreto “Clini” in quanto in palese contrasto con la normativa comunitaria in materia di rifiuti e loro utilizzo. Si vuole così eliminare l’anomalia che permette ai cementifici di bruciare rifiuti nel ciclo di produzione del cemento “spacciandoli”per “normali combustibili”, con l’effetto di incrementare in modo drammatico le emissioni nocive nell’atmosfera.
  • verificare se negli impianti italiani, in particolare i cementifici che adottano i rifiuti (CSS), vi sia stata violazione della normativa europea in essere in materia di incenerimento e coincenerimento.
La discussione della petizione ha dato esiti molto promettenti:
1-La Presidentessa della commissione ha dichiarato che verrà indirizzata una lettera al Governo italiano chiedendo di prestare attenzione alle diffuse preoccupazioni che questa vicenda sta creando nei cittadini. Restiamo in attesa di conoscere i contenuti di tale lettera.
2-La Petizione resterà aperta, con possibilità di approfondire il tema mediante studi e casi futuri, che potranno supportate ulteriormente le motivazioni dei comitati.
Si aprono quindi nuove possibilità per approfondire il tema e riproporlo all’attenzione della Commissione Petizioni quando ci saranno dati e studi capaci di incidere maggiormente sull’immobilismo decisionale della Commissione Europea.
La petizione è pubblica e disponibile, nella sua forma sintetica, a questo indirizzo:
La petizione in formato completo, comprensiva di allegati, è consultabile sul blog del Cominato La Nostra Aria:
La discussione al Parlamento Europeo del 18 giugno è visualizzabile al seguente link:

Al seguente link intervista ANSA:
Si ringraziano tutti quanti hanno contribuito al nascere e crescere di questa iniziativa, che racchiude in sé molte importanti competenze e supporti, e in particolare MEDICINA DEMOCRATICA ONLUS che ha ufficialmente patrocinato e, nella persona di Marco Caldiroli, contribuito fattivamente alla stesura della petizione, ISDE ITALIA, che ha anch’essa ufficialmente patrocinato la petizione, Enzo Favoino, che ha dato lo spunto ideologico sulle linee guida della petizione, Roberta Angelilli, che ha seguito la definizione della struttura, l’eurodeputata Eleonora Evi, che ha sostenuto la petizione in sede europea, tutte le associazioni e comitati nazionali che hanno aderito ufficialmente raccogliendo firme e prestando il loro simbolo, tra cui: Comitato La Nostra Aria di Solza, Rete Rifiuti Zero Lombardia, NOCSS Movimento Civico Cambiamo Aria, Comitato popolare Lasciateci Respirare, Comitato E Noi?, Comitato Aria Pulita in Val d’Arda, Comitato Basta Nocività in Val d’Arda, Comitato Cittadini per l’Ambiente Rurale, Circolo Legambiente “E. Politi” di Piacenza, Salute&Ambiente Comitato No Inceneritore a Matera, Associazione 5R Zero Sprechi, Associazione Arianova (Pederobba), Movimento No all’Incenerimento, Si al Riciclo Totale (Fanna -PN).
Per chi volesse contribuire nel sostenere le spese della trasferta europea e i costi relativi alla promozione della petizione, qui di seguito le coordinate bancarie dove poter fare un versamento: CC IT07R0889961440000000370483, causale “sostegno comitati”(possibilmente indicare nominativo, gruppo di appartenenza se presente e indirizzo e-mail per rimanere aggiornati sul seguito della discussione). Ringraziamo in anticipo per la collaborazione!
Comitato La Nostra Aria (comitatolna@gmail.com)
Rete Rifiuti Zero Lombardia (rifiutizeromerate@gmail.com)


giovedì 14 giugno 2018

Intervento dei comitati presso la Commissione Europea in sede a Bruxelles

LE RAGIONI DI UNA SCOMMESSA.
IL PARLAMENTO EUROPEO CONVOCA I COMITATI PROMOTORI DELLA PETIZIONE CONTRO IL DECRETO “CLINI”
Forse il vento sta cambiando!
Dopo aver superato il vaglio dell'Ufficio Petizioni del Parlamento Europeo, a Dicembre 2017, la Petizione predisposta dal COMITATO LA NOSTRA ARIA e da RETE RIFIUTI ZERO LOMBARDIA è stata pubblicata sul portale Europeo delle petizioni, riconoscendo così la fondatezza delle questioni sollevate.
Il prossimo lunedì 18 Giugno un rappresentante del Comitato “La Nostra Aria” sarà ricevuto a Bruxelles e spiegherà, di fronte ai Deputati Parlamento Europeo, le ragioni dei cittadini firmatari la petizione.
Con il Decreto Ministeriale 14 Febbraio 2013 n.22, c.d. Decreto “Clini”, il governo eleva al rango di combustibili alcuni rifiuti che hanno subito particolari trattamenti e controlli.
Questa normativa si basa sul concetto di End Of Waste che implica però il rispetto di un’ importantissima clausola determinante per la classificazione del rifiuto: si stabilisce che un rifiuto cessa di essere tale (End of Waste) ….se “l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà ad impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana”; ciò significa che nel ciclo di “utilizzo” dei rifiuti gli impianti che li utilizzano come combustibili, non devono produrre un aumento delle emissioni o di ceneri residue, cosa che invece sembra si sia verificata in impianti che li hanno utilizzati e ancora li utilizzano.
Così facendo è stato creato un vero e proprio "commercio" di tali materiali (che dal punto di vista pratico sono sempre rifiuti), liberamente gestiti nell'ambito di logiche commerciali della compravendita e divenendo quindi motivo di ingenti guadagni per chi li tratta mettendo a rischio la salute pubblica e in totale spregio del concetto di recupero e riutilizzo della materia e della tutela della salute dei cittadini!
La Petizione chiede al Parlamento Europeo di:
  • intervenire con le opportune azioni…affinché si arrivi all’abrogazione del Decreto “Clini” in quanto in palese contrasto con la normativa comunitaria in materia di rifiuti e loro utilizzo. Si vuole così eliminare l’anomalia che permette ai cementifici di bruciare rifiuti nel ciclo di produzione del cemento “spacciandoli” per “normali combustibili”, nonostante i pesanti aumenti in emissione e nei prodotti.
  • Verificare se negli impianti italiani, in particolare cementifici che adottano i rifiuti (CSS), vi sia stata violazione della normativa europea in essere in materia di incenerimento e coincenerimento.
LUNEDI 18 GIUGNO sarà l’occasione per ribadire di fronte all’Europa il nostro NO alla classificazione del CSS come combustibile! NO al CSS nei CEMENTIFICI!
Per un SI convinto al DIRITTO ALLA SALUTE delle comunità e al rispetto dell’ambiente!!


Per chi ci volesse aiutare nel sostenere le spese di questa trasferta europea, diamo qui di seguito le coordinate bancarie dove potere fare un versamento: CC IT07R0889961440000000370483, causale "sostegno comitati".


Per maggiori informazioni sulle nostre azioni visitate il blog: www.comitatolna.blogspot.com.
Comitato La Nostra Aria - Rete Rifiuti Zero Lombardia
14 Giugno 2018

Per contatti e informazioni:
comitatolna@gmail.com
rifiutizeromerate@gmail.com

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