lunedì 18 dicembre 2017

Petizione Europea contro la classificazione del CSS come combustibile

Dopo aver superato il vaglio dell'Ufficio Petizioni del Parlamento Europeo, la Petizione predisposta dal COMITATO LA NOSTRA ARIA e da RETE RIFIUTI ZERO LOMBARDIA è stata ricevuta e pubblicata sul portale Europeo delle petizioni riconoscendo così la fondatezza delle questioni sollevate.

Per gli iscritti al portale https://petiport.secure.europarl.europa.eu/petitions/it/home è consentita la possibilità di diventare "sostenitori" della petizione per cui, se qualcuno è interessato, può attivarsi per sostenere personalmente la causa.

Raccomandiamo a tutti gli interessati di consultare la versione integrale della petizione ed i relativi allegati, che trovate disponibili per il download ai link qui sotto:




https://drive.google.com/file/d/12DehtaXZz3yPV0rrrqEsjDAODBSwGZ3s/view?usp=sharing



COSA CHIEDE IN SINTESI LA PETIZIONE?
Con il Decreto Ministeriale 14 Febbraio 2013 n.22, il governo eleva la rango di combustibili determinati rifiuti che hanno subito determinati trattamenti e controlli.
Questa normativa si basa sul concetto di End Of Waste applicato a questi determinati prodotti che poi, in seguito ai trattamenti sopra citati, possono essere classificati come combustibili.
Il concetto di End Of Waste implica però il rispetto di una importantissima clausola determinante per la classificazione del rifiuto: stabilisce infatti che un rifiuto cessa di essere tale (End of Waste) tra le altre cose se “l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà ad impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana” (art. 6, § 1, lettera d, Direttiva   2008/98/CE).
Cioé, parlando di impianti che lo bruciano, non deve comportare un aumento delle emissioni o di ceneri residue, cosa che invece sembra si sia verificata (come è plausibile che sia) in impianti che lo hanno utilizzato.
Non bisogna poi dimenticare che, così facendo, è stato creato un vero e proprio "commercio" di questi materiali (che in realtà sono ancora rifiuti...), liberamente gestiti nell'ambito di logiche commerciali della compravendita e divenendo quindi motivo di ingenti guadagni per chi li tratta: infatti sono economicamente molto vantaggiosi rispetto a qualunque altro combustibile tradizionale!
Infine riteniamo che questa modalità di utilizzo improprio dei rifiuti, la maggior parte perfettamente riciclabili, infici la corretta gestione del rifiuto che deve essere volta al recupero e riutilizzo della materia!
In sintesi, un sistema per regalare un "nuovo business" (non gestiscono rifiuti ma vendono e comprano combustibili) alle aziende di trattamento dei rifiuti, agli impianti di cogenerazione ed ai cementifici. In totale spregio del concetto di recupero e riutilizzo della materia e della tutela della salute dei cittadini!


RINGRAZIAMO tutti quanti hanno contribuito al nascere e crescere di questa iniziativa, che racchiude in sé molte importanti competenze e supporti, che qui sotto elenchiamo:

Con l'occasione ricordiamo che la Petizione Europea è uno strumento gratuito e disponibile a tutti, per comunicare con il Parlamento ed esercitare il proprio diritto di petizione, che costituisce uno dei diritti fondamentali di tutti i cittadini e residenti europei.


18 Dicembre 2017

COMITATO LA NOSTRA ARIA - RETE RIFIUTI ZERO LOMBARDIA

comitatolna@gmail.com        rifiutizeromerate@gmail.com

domenica 19 novembre 2017

Indagine epidemiologica e richieste disattese!

Indagine epidemiologica sulle ricadute del camino Italcementi di Calusco d’Adda:
siamo di fronte a situazioni inverosimili e nessuno è disposto ad effettuare reali accertamenti!


Da molto tempo chiediamo che venga svolta una indagine epidemiologica a Calusco d’Adda per verificare l’impatto sanitario delle emissioni del camino del cementificio Italcementi: chiediamo con forza una indagine INDIPENDENTE (mai avremmo pensato ad una indagine svolta da Italcementi stessa) e con uno specifico protocollo “georeferenziato caso-controllo sui casi acuti”.


Nell’estate del 2016 la Provincia di Bergamo, forse anche in seguito alle richieste dei cittadini, ha richiesto ad Italcementi di svolgere una indagine epidemiologica, per annetterla agli atti della Valutazione di Impatto Ambientale in corso, in merito alla richiesta di incrementare a 110.000 ton/anno il CSS (rifiuti) combusto nel cementificio


Appena ci è stato reso noto come comitati cittadini ci siamo subito attivati per evitare che passasse un messaggio del tipo “stiamo facendo quanto la popolazione richiede”.
Infatti la popolazione non richiedeva che l’indagine fosse svolta da ITALCEMENTI STESSA.
D’accordo che il protocollo è determinato (e quindi garantito) da Ats ma un accertamento sanitario così importante non può essere delegato al “controllato”.
E pensare che nel 2015 la stessa Ats si era rifiutata di svolgere l’indagine per i cittadini in quanto vedeva un proprio conflitto di interessi “controllato-controllore” nella vicenda... a pensarci ora vien da ridere: adesso il conflitto di interessi non c’è?


Nei mesi successivi abbiamo quindi richiesto delle basilari garanzie su questa indagine svolta da Italcementi, domandando con forza alla Provincia di Bergamo di conoscere il tipo di protocollo previsto, nonché l’esperienza e il curriculum del professionista che dirigerà l’analisi sanitaria.
Siamo stati ricevuti in sede della Provincia a Bergamo, ma ogni informazione in merito ci è stata negata!


Lo stesso percorso di richiesta informazioni lo abbiamo intrapreso con vari comuni locali, perfettamente titolati a reperire questo tipo di dati. Ma anche i sindaci non sono andati oltre all’averci ricevuto e ascoltato. Nulla è seguito a livello fattivo.


A quanto pare a nessuno interessa approfondire o anche solamente sapere cosa accade attorno a una vicenda così importante!


Come comitati siamo stati accusati di “non avere fiducia nelle istituzioni”. Ma come si fa ad avere fiducia in queste istituzioni?


Di fronte ad atteggiamenti così privi di interesse, oppure volutamente elusivi, su argomenti che stanno a cuore ai cittadini, non siamo più disposti ad accettare risposte del tipo "se ne sta occupando la ATS" … quando nessuno sa DI COSA si sta occupando la ATS e COME.


In questo caso è PALESE la volontà di celare accadimenti (che dovrebbero essere ufficiali) con l’indiretta complicità degli amministratori locali che non muovono un dito per ottenere una qualsivoglia informazione.


Questo completo disinteresse risulta essere un’offesa alle richieste dei cittadini, che da anni portano avanti un percorso con lo scopo che siano gli enti locali ad eseguire l’indagine e non l’azienda proponente!


L’unica spiegazione di questa situazione è il COMPLETO DISINTERESSE e una latitanza vergognosa degli enti locali (comuni) e preposti (Provincia di Bergamo) nei confronti di una indagine sanitaria super partes!


Come cittadini restiamo in attesa di una doverosa reazione degli enti pubblici, ché si attivino per comunicare a tutti con trasparenza quanto richiesto dai comitati.

Qui sotto il link per gli approfondimenti di ogni attività svolta.

SCARICATE E DIFFONDETE IL DOCUMENTO IN PDF, cliccando QUI oppure sull'immagine qui sotto!





  • Il 17-06-2015, dietro nostra richiesta, siamo stati ricevuti dai vertici congiunti di Asl Bergamo ed Asl lecco, sempre per chiedere lo svolgimento dell’indagine epidemiologica.


















16 Novembre 2017


COMITATO LA NOSTRA ARIA RETE RIFIUTI ZERO LOMBARDIA

comitatolna@gmail.com        rifiutizeromerate@gmail.com


https://drive.google.com/open?id=12al779IV3fXdtcqWjxEm1pYbNlSXOsRD


giovedì 2 novembre 2017

I Sindaci si incontrano per spartire € 600.000,00 della Fidejussione: qualcosa non ci torna!

Abbiamo appreso dalla stampa che i sindaci dei comuni firmatari del protocollo di intesa con Italcementi, datato 2012, si sono incontrati per discutere la corretta spartizione dei 600.000,00 Euro derivanti dalla chiusura del protocollo stesso per via del mancato rispetto degli accordi da parte di Italcementi.

Qui sotto trovate il nostro comunicato stampa di risposta in versione integrale, inviato ai due quotidiani che hanno pubblicato la notizia.

Vi ricordiamo che, con quel protocollo in cambio di qualche casetta dell'acqua, i sindaci avevano firmato un contratto che, per quel che ne sappiamo, li avrebbe impegnati a "rinunciare irrevocabilmente ed incondizionatamente ad ogni pretesa, richiesta, ragione o azione nei confronti di Italcementi S.p.a."
Se vi capita di passare nel vostro comune provate a chiedere di rendervelo disponibile per consultarlo, potrebbe essere una lettura interessante!







sabato 21 ottobre 2017

14 Ottobre 2017 - Consegna delle firme al sindaco di Calusco d'Adda

La raccolta firme con le Petizioni Comunali, già svolte nei comuni di Solza e Cornate d'Adda, ha portato ancora i suoi frutti, questa volta nel comune di Calusco d'Adda, sede della cementeria Italcementi per cui si richiede l'indagine epidemiologica caso-controllo georeferenziata sui casi acuti SUPER PARTES ED INDIPENDENTE.

A Calusco d'Adda invece il sindaco Michele Pellegrini, nella piena liberà che gli spetta, ha deciso di NON ricevere ufficialmente i comitati e NON presenziare davanti alla cittadinanza per discutere liberamente davanti a tutti dell'argomento.
Il sindaco ha giustificato il suo rifiuto adducendo una sua "non sufficiente" conoscenza dell'argomento, dovuta anche al suo recentissimo insediamento.
Così, quando sabato 14 Ottobre mattina, ci siamo radunati in piazza San Fedele per consegnare le firme, ci ha fatto trovare la bacheca informativa del paese che passava il messaggio "Il sindaco informa che Italcementi sta effettuando l'indagine epidemiologica su protocollo ATS, ascolto non vuol dire piegarsi alla volontà dell'interlocutore".
Una frase che sembra rendere disonore al fatto di incontrarsi con i cittadini di Calusco, pur consapevole che quasi in 1000 hanno firmato la petizione.

Così i cittadini di Calusco, non potendo incontrare il sindaco, si sono resi disponibili a protocollare personalmente le firme raccolte, presso l'ufficio protocollo del comune di Calusco d'Adda, per conto dei comitati Rete Rifiuti Zero Lombardia e La Nostra Aria.
La presenza di molti cittadini ha così permesso di dare comunque una buona visibilità all'evento, oltre a fare sentire pienamente partecipi quanti hanno firmato ma si sono poi visti negare un confronto diretto con il sindaco.

Alla luce dei fatti sopra esposti, purtroppo, si allunga la sequela dei comuni che, pur di evitare di prendere una qualche posizione sulla vicenda, si barricano dietro l'indagine epidemiologica che la Provincia di Bergamo ha imposto di svolgere ad Italcementi allo scopo di essere integrata nella pratica di V.I.A. in corso, dietro indicazioni e sorveglianza di ATS, ma dimostrando di non sapere neppure di cosa si stà parlando.
Di questa vicenda invece noi ci siamo già occupati fin dal suo nascere, interpellando direttamente la Provincia ed ATS, QUI trovate le nostre considerazioni in merito.
Da queste nostre considerazioni sono passati BEN 14 MESI, ed in questi mesi abbiamo proseguito ad interpellare la Provicia di Bergamo (ottenendo anche un incontro con il presidente Rossi ed il dirigente Confalonieri il 21-03-2017), la ATS e molti dei comuni investiti dalle ricadute del cementificio: ebbene nessuno ha voluto/saputo fornire la benché minima informazione sullo stato di avanzamento dell'indagine, sul protocollo utilizzato per svolgere l'indagine e sulla data prevista per la sua conclusione.

Di fronte ad atteggiamenti così privi di interesse, oppure volutamente elusivi, su argomenti così importanti, non siamo più disposti ad accettare situazioni in cui ci viene semplicemente risposto che "se ne sta occupando la ATS", senza saper dare un minimo chiarimento di cosa si stà occupando.
Continueremo quindi a pretendere che i comuni interessati e gli enti locali affianchino a questa indagine, gestita e pagata dalla stessa Italcementi e sotto il controllo tecnico di ATS (da cui però non arriva alcuna minima informazione) e celata da un impenetrabile velo oscurante, una indagine epidemiologica georeferenziata con metodo caso-controllo sui casi acuti INDIPENDENTE E SUPER PARTES, gestita da un professionista debitamente referenziato nel campo.

COMITATO LA NOSTRA ARIA - RETE RIFIUTI ZERO LOMBARDIA







mercoledì 12 luglio 2017

LA MARCIA DEI 5 CAMINI: QUANTO SI BRUCIA INTORNO ALLE NOSTRE ABITAZIONI?

Sabato 1 Luglio mattina si è svolta a Calusco d’Adda la “Marcia dei 5 Camini”, una manifestazione collettiva per rendere noto a tutti i cittadini dell’Isola Bergamasca, del Lecchese, di Monza-Brianza e del Milanese quanti inceneritori costellano il nostro territorio.

L’evento fa parte di una vasta campagna di sensibilizzazione che, da tempo, stiamo portando avanti contro l’incenerimento dei rifiuti, sia negli “inceneritori classici” che in cementifici.
Con particolare attenzione alla situazione circostante il nostro territorio: infatti abbiamo più volte rimarcato che i 4 inceneritori “presenti” all’evento (Filago con Ecolombardia 4, Valmadrera con Silea, Dalmine con REA e Trezzo con Prima), a cui si aggiunge un cementificio che brucia rifiuti (Italcementi di Calusco d’Adda), convogliano e bruciano sul nostro territorio circa 622.500 ton./anno di rifiuti. A cui si aggiungeranno altre c.ca 90.000 ton./anno se Italcementi otterrà l’autorizzazione di aumento ora in valutazione presso la Provincia di Bergamo.
Tutto questo in una regione, la Lombardia, che già brucia quasi la metà dei rifiuti di tutta Italia: cioé 2.800.000 ton./anno negli inceneritori Lombardi contro circa 6.800.000 ton./anno per tutta l’Italia. Cementifici ESCLUSI.

Non per niente la nostra zona è stata citata in vari rapporti e comunicati stampa per via dei suoi "record negativi". Sia nell’ultimo rapporto dell’Agenzia europea per l’Ambiente che in recenti dichiarazioni del WHO (Wold Health Organization), senza dimenticare citazioni di varie importanti associazioni ambientaliste, la Lombardia è stata definita come “una delle zone più inquinate d’Europa”: nelle ultime dichiarazioni stampa si parla 467.000 morti imputabili per l’inquinamento atmosferico in Europa, e la Pianura Padana è in testa a questa triste classifica.

Sulla base di queste considerazioni, senza soffermarci sui dettagli di tante altre valutazioni di tipo tecnico e sanitario, abbiamo focalizzato il nostro intervento su due motivazioni inoppugnabili che evidenziano l’idiozia concettuale del massiccio incenerimento dei rifiuti: una di stampo prettamente sanitario e l’altra più di indirizzo tecnico.

La prima forte motivazione contro l’incenerimento è di tipo sanitario: infatti le emissioni da incenerimento rifiuti arrecano un danno alla salute di chi risiede in prossimità di questi impianti.
C’è ancora chi nega, oppure sottostima ampiamente, le conseguenze sanitarie che questo tipo di impianti hanno sulla salute della popolazione residente nell’ambito delle loro ricadute, ma oramai è inutile negare che ci sono evidenze scientifiche e mediche comprovanti un danno sanitario procurato alla popolazione.
Basta consultare i diversi studi medici, oltre ai documenti scientifici, prodotti e diffusi da ISDE-Medici per L’ambiente e da Medicina Democratica per trovare motivazioni fondate a supporto di quanto sopra esposto...
Non sarà un caso che in Emilia Romagna, dove sono presenti 9 inceneritori di rifiuti (meno che in Lombardia, quindi!), è stato da tempo istituito un programma di monitoraggio epidemiologico della popolazione (chiamato Moniter) che, analizzando nel tempo le condizioni di salute della popolazione residente nelle zone limitrofe agli impianti di incenerimento, si pone l’obiettivo di portare alla luce eventuali danni sanitari provocati alla popolazione.
Non ci spieghiamo come mai questo tipo di programma non esista in Regione Lombardia, nonostante il numero di impianti sia nettamente superiore (13 contro 9) rispetto alla Regione Emilia Romagna.
E’ inoltre oramai certo che le emissioni da incenerimento rifiuti, estremamente variegate nella loro composizione, come variegata è la composizione degli stessi rifiuti, inquinano l’aria che respiriamo, ma anche le terre e l’acqua.

Con queste iniziative chiediamo che la nostra salute sia tutelata!! Chiediamo quindi che vengano fatti degli studi epidemiologici, possibilmente non commissionati alle stesse aziende o dalle aziende proprietarie degli impianti di incenerimento, ma condotti da enti e professionisti “super partes”, con un curriculum adeguato allo scopo, ed in piena gestione degli enti locali ed amministrativi radicati sul territorio.
A tale scopo stiamo portando avanti l’iniziativa delle petizioni comunali: CLICCATE QUI per maggiori informazioni.
Parlando di raccolta firme, una importante testimonianza sul nostro territorio è stata data da un corposo numero di professionisti in ambito ospedaliero locale e dai medici di base della zona: Infatti ben 128 medici, forti delle loro competenze in materia, hanno firmato in brevissimo tempo una petizione in cui si dichiarano contrari alla combustione dei rifiuti nel cementificio.
Alla luce di queste evidenze, chiediamo anche che Regione Lombardia promuova un programma di monitoraggio epidemiologico sugli inceneritori presenti sul territorio, assicurandosi poi che i risultati di questo monitoraggio diventino la base e il punto di riferimento per le decisioni future da prendere sulla vita e sulla gestione di questi impianti.

In un contesto già fortemente inquinato come la Pianura Padana è assolutamente inammissibile continuare a tenere attivi o, addirittura, concedere nuove autorizzazioni di ampliamento ad impianti di questo tipo!!



La seconda forte motivazione contro l’incenerimento è di tipo “tecnico”: l’incenerimento dei rifiuti è un sistema già da anni assolutamente retrogrado per la gestione dei rifiuti, i quali in effetti sono fonte di risorse di materia prima-seconda.
Viviamo in un mondo le cui risorse sono finite e stanno finendo. I rifiuti sono risorse e, bruciandoli, noi ci stiamo bruciando il futuro.
Le alternative all’incenerimento ci sono e sono tutte contemplate nella Strategia Rifiuti Zero.
Parlare di Rifiuti Zero non vuol dire semplicemente, come erroneamente si pensa (o si vuol fare credere con evidente scopo dissuasivo), “arrivare a zero rifiuti prodotti”.
Vuol dire piuttosto “arrivare a zero sprechi”.
Quindi non sprecare più le risorse ma, tramite l’applicazione di politiche corrette ed il costante impegno dei cittadini nell’acquistare e differenziare bene, ottimizzare al massimo il sistema di gestione attivando i canali di riciclo della materia.

Il primo importantissimo passo per realizzare una corretta gestione dei rifiuti è quello dell’applicazione della tariffazione puntuale dei rifiuti, che vuol dire strutturare una tassazione dei rifiuti a seconda di quanto rifiuto ciascuno effettivamente produce.
E’ stato dimostrato sul campo che questa pratica incentiva una sempre minore produzione di rifiuto urbano residuo e promuove il riuso e il riciclo.
Inoltre, i comuni che hanno efficientemente attivato la tariffazione puntuale dei rifiuti, si sono ritrovati con importanti introiti di cassa provenienti dall’immissione dei materiali separati nel mercato del riciclo.
Sempre in questa ottica, oramai da anni la Commissione Europea promuove la cosiddetta Economia Circolare e insiste sull’applicazione di questo concetto, obbligando gli stati membri ad adeguarsi progressivamente ma anche velocemente a una nuova cultura: non bruciamo le risorse ma riduciamo i rifiuti, riutilizziamo, ripariamo, ricicliamo.
Secondo la Direttiva sull’Economia Circolare, applicando queste pratiche in maniera virtuosa entro il 2030, sarà possibile soddisfare tra il 10 e il 40% della domanda di materie prime in Europa, con un incremento stimato del PIL pari al 3%. E si otterrebbe una diminuzione di emissioni gas serra di più di 500 milioni di tonnellate tra il 2015 e il 2035, arrivando a un -40% entro il 2030.

Questo è ciò che si chiama futuro sostenibile: salvaguardare il nostro pianeta per le generazioni future, attraverso un uso saggio e lungimirante delle risorse.
Se non per noi, per chi verrà dopo di noi.
Per questo noi non ci fermeremo qui, e continueremo sempre a proclamare NONBRUCIAMOILNOSTROFUTURO.


09 Luglio 2017
Comitato La Nostra Aria
Rete Rifiuti Zero Lombardia




CLICCATE QUI PER LE FOTOGRAFIE DELLA MANIFESTAZIONE




https://drive.google.com/open?id=0Bx-1Z-fczHV2Q29zNmo0NmV1S0k




CLICCATE QUI PER I VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE



https://youtu.be/bpV9dsK5m_U





CLICCATE QUI PER LA MAPPA DEL PERCORSO CON LE INDICAZIONI DEI CAMINI.



https://drive.google.com/open?id=0Bx-1Z-fczHV2eFR1b2lGOGc3WVE



MANIFESTAZIONE DEL 1° LUGLIO - RINGRAZIAMENTI

Sabato 1 Luglio mattina si è svolta a Calusco d’Adda la “Marcia dei 5 Camini”, una manifestazione collettiva per rendere noto a tutti i cittadini dell’Isola Bergamasca, del Lecchese, di Monza-Brianza e del Milanese di quanti inceneritori costellano il nostro territorio.

Alla manifestazione hanno anche preso parte, sia in veste ufficiale che non, varie amministrazioni comunali che ringraziamo particolarmente per la loro testimonianza e presa di posizione.

Noi del Comitato La Nostra Aria e di rete Rifiuti Zero Lombardia, in qualità di organizzatori, cogliamo questa occasione per ringraziare di nuovo tutti quanti hanno messo a disposizione il loro tempo ed impegno nell’organizzazione, oltre a quanti hanno partecipato il giorno stesso alla manifestazione rendendo possibile l’evento:
-Associazione “5R Zero Sprechi”.
-Associazione Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero.
-Cittadini di Madone.
-Cittadini di Grezzago.
-Medicina Democratica Onlus, che ha patrocinato l’evento.
-Associazione Il Faggio sul Lago di Albese con Cassano.
-Movimento per la Decrescita Felice di Paderno d’Adda.
-Comitato “Viviamo Il Brembo”
-Coordinamento “Basta Veleni” di Brescia, nella persona di Carmine Piccolo.
-Cittadini di “Spegniamo Il Forno” di Valmadrera.


CLICCATE QUI PER LE FOTOGRAFIE DELLA MANIFESTAZIONE



https://drive.google.com/open?id=0Bx-1Z-fczHV2Q29zNmo0NmV1S0k




CLICCATE QUI PER I VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE



https://youtu.be/bpV9dsK5m_U





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venerdì 23 giugno 2017

MANIFESTAZIONE DEL 1° LUGLIO 2017 - COMUNICATO ALLA CITTADINANZA

Ad oltre un anno dall’ultima manifestazione locale i cittadini dell’isola Bergamasca scendono di nuovo in piazza per ribadire, con forza, le loro ragioni contro l’incenerimento dei rifiuti, per il diritto alla SALUTE; e ciò sia nel caso che questi vengono bruciati in impianti “dedicati” a questa attività (inceneritori) sia quando diventano “combustibile” per la produzione aziendale, come nel caso del Cementificio di Calusco d’Adda.
Questa volta, però, al loro fianco ci saranno anche i cittadini di una vasta area geografica accomunata dalle stesse problematiche ambientali e sanitarie. Saranno infatti i rappresentanti dei comitati civici sorti attorno a 5 camini - di altrettanti impianti che inceneriscono i rifiuti - ad organizzare l’evento in calendario il prossimo 1 luglio, che si preannuncia il più importante, da sempre, promosso su questi temi nel nostro territorio.
Del resto, i fumi di ricaduta degli impianti non si fermano di fronte ai confini comunali, ed è ormai scientificamente provato il nesso che lega l’insana pratica dell’incenerimento dei rifiuti con l’inquinamento dei territori e, di conseguenza, l’incremento di malattie gravi e mortali nelle persone.

Dopo oltre 24 mesi di attività di sensibilizzazione da parte dei comitati scriventi ciò che sconcerta, e lascia senza parole, è il balbettio e il rimando di responsabilità delle istituzioni locali che, complice una legislazione nazionale inqualificabile, rimane la cifra costante di un gioco nel quale gli unici a non divertirsi sono i cittadini.

Così abbiamo assistito nell’ultimo anno all’alternanza di atti formali e fatti sostanziali, a delibere di mandato emanate da Enti amministrativi verso altri (sub) Enti (Provincia verso CIB) - finalizzate a decentrare sul territorio studi e analisi sull’ambiente - mentre il comune di Calusco sanciva il definitivo abbandono dell’accordo siglato nel 2012 con alcuni sindaci dell’isola e Italcementi.
Tutto ciò mentre altri sindaci dell’isola, alcuni già firmatari del primo accordo (l’ottusità è una brutta malattia!) tentavano la strada di un nuovo accordo (pieno di contraddizioni e del tutto privo di contenuti) che per fortuna, dopo un tragicomico tira e molla, nessuno si è sentito di siglare.

Ma gli accadimenti non si fermano a quanto sopra esposto, infatti, la scelta della Società di impugnare, avanti il TAR, la richiesta formalizzatagli dalla Provincia di integrare la documentazione già prodotta per il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale con uno studio epidemiologico, precedeva di qualche mese l’avvio di un nuovo confronto tra la stessa Italcementi e i sindaci finalizzato, questa volta, a distribuire le granaglie (trattasi dei soldi della fidejussione da suddividere tra i Sindaci in ragione del mancato adempimento degli obblighi di cui all’accordo del 2012).
È in questa fase che abbiamo assistito ad uno spettacolo penoso e imbarazzante: infatti, i sindaci, massime autorità di Governo del territorio e rappresentanti della salute dei cittadini che amministrano, si sono accapigliati (come abbiamo appreso dalla cronaca locale) per avere ciascuno la sua parte di danari senza rendersi conto (come i polli di Renzo) del destino che li accomunava: quello di vivere in un ambiente insalubre e ad altissimo rischio per la salute non avendo fatto nulla di ciò che si doveva per migliorarlo.

È cronaca degli ultimi giorni la notizia che la Società Italcementi ha commissionato ad una università romana lo studio epidemiologico richiestogli dalla Provincia, dimostrando così (mentre attende la pronuncia del TAR) di essere “vicina” al territorio.
La cronaca dimentica però di precisare che il committente (Italcementi, che finanzierà lo studio) e la Società che dovrà essere valutata attraverso l’indagine sono la stessa cosa !!!
È accaduto già in occasione della presentazione dello studio tossicologico, accadrà anche in questo caso.
A garanzia di una totale autonomia e indipendenza tra la Società assoggettata a controllo e Ente controllore, in altri Paesi le prime si fanno carico dei costi sostenuti dagli Enti pubblici (controllori) che scelgono, in totale autonomia, a quale istituto appoggiarsi.
Si tratta di pratiche ormai consolidate nella gestione degli iter di valutazioni di impatto sanitario a livello internazionale, con buona pace di chi chiama in causa la mancanza di buona fede che nulla c’entra con le garanzie – per noi indispensabili – che si vorrebbero nella gestione di interventi tanto delicati sul piano dell’obbiettivo che perseguono (disporre di un rapporto sullo stato di salute della popolazione) quanto ricche di implicazioni economiche e di sviluppo (dell’impresa valutata e del Comune nel quale risiede l’impianto).

Per completare il già poco edificante quadro, rileviamo che la Comunità dell’Isola Bergamasca (CIB), con le ultime due defezioni (i sindaci di Ambivere e Calusco) sembra oggi più impegnata a gestire i gravi problemi della sua effettiva rappresentatività che a produrre materiali (come da mandato ricevuto dalla Provincia) utili alla causa comune.
Infatti, l’Osservatorio Ambientale, costituito in seno alla CIB e finanziato dalla Provincia, sembra non aver prodotto nulla dall’atto della sua costituzione.
In questo contesto le ripetute richieste di aggiornamento fatte dai comitati agli Enti più sopra citati sono rimaste perlopiù senza risposte: il solco tra i cittadini e i loro rappresentanti si è allargato mentre gli interessi privati, quelli di Italcementi, continuano ad essere ben rappresentati e puntualmente pubblicizzati.

Per l’insieme di queste ragioni continuiamo a chiedere un serio studio epidemiologico, indipendente e svolto con criteri che assicurino il massimo rigore scientifico nel loro svolgimento e nella trasparente gestione delle risultanze, diretto e garantito da noti professionisti titolari di un curriculum adeguato allo scopo.

Per questo non ci arrendiamo e continuiamo la nostra protesta sino ad obbiettivo raggiunto.

14 Giugno 2017
Comitato La Nostra Aria
Rete Rifiuti Zero Lombardia



https://drive.google.com/open?id=0Bx-1Z-fczHV2Ri1mV3FDMTJjY0U

https://drive.google.com/open?id=0Bx-1Z-fczHV2TWNwM2ZIWHJfWkU



domenica 18 giugno 2017

1 LUGLIO 2017 - DI NUOVO TUTTI IN PIAZZA CONTRO L'INCENERIMENTO DEI RIFIUTI

Un noto proverbio dice che “l’unione fa la forza”. E finalmente, per la prima volta, i comitati cittadini e le associazioni dell’Isola Bergamasca, del lecchese e delle aree di Monza Brianza e Milano limitrofe alla sponda del fiume Adda manifesteranno tutti assieme per dire NO all’incenerimento massiccio di rifiuti operato in queste zone.
Sul territorio in questione, infatti, nel raggio di neanche 20 km insistono ben 5 impianti che bruciano rifiuti: 4 inceneritori, di cui uno dedicato ai rifiuti speciali e pericolosi, e 1 cementificio che utilizza i rifiuti come combustibile.
Il totale dei rifiuti bruciati da questi impianti ammonta a circa 625.000 tonnellate /anno. E probabilmente aumenterà, dato che sono pendenti richieste di ampliamento e/o aumento del tonnellaggio utilizzato.

Sabato 1° luglio, al mattino, partirà la Marcia dei 5 Camini: una simpatica camminata per le vie di Calusco d’Adda a scopo ricreativo, ma allo stesso tempo informativo, che passerà attraverso i 5 camini degli impianti sopra menzionati, collocati simbolicamente sul percorso. I partecipanti potranno così conoscere più approfonditamente la realtà locale legata alla gestione e all’incenerimento dei rifiuti, ottenendo una visione di insieme, e potranno confrontarsi su situazioni e problematiche condivise.
L’appuntamento, per adulti e bambini, è alle ore 10 a Calusco d’Adda presso il parcheggio della palestra delle Scuole Medie in Via G. Marconi 915.
Durante il percorso verranno distribuiti, a cura di ogni “Camino” che incontreremo, alcuni gadget; visitati tutti i “Camini” si arriverà quindi in Piazza San Fedele alle ore 12, dove gli organizzatori hanno previsto una breve comunicazione ai partecipanti.
Verrà affrontato anche il tema delle alternative all’attuale sistema di gestione dei rifiuti, con un accenno, ad esempio, alla Tariffazione Puntuale e ai primi passi che alcuni comuni della zona stanno già facendo in questa direzione.

In qualità di cittadini siamo preoccupati per le implicazioni sanitarie (già scientificamente provate) derivanti dalle attività di incenerimento rifiuti, che inquinano non solo l’aria, sempre più irrespirabile, ma anche l’acqua e il suolo. Chiediamo quindi che vengano effettuati accurati accertamenti epidemiologici per verificare lo stato di salute della popolazione e non pregiudicare (magari con ulteriori concessioni) quella delle generazioni che verranno.
Chiediamo anche che le risorse non vengano più sprecate, ma che si pongano le basi per lo sviluppo di quella Economia Circolare, verso cui ci spinge la Commissione Europea, che esorta i Paesi membri ad iniziare a considerare i rifiuti come delle risorse di materia prima, incentivando le pratiche della riduzione, riuso, recupero e riciclo.

La Marcia dei 5 Camini è organizzata dal Comitato la Nostra Aria di Solza e da Rete Rifiuti Zero Lombardia in collaborazione con il Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero e l’Associazione 5R Zero Sprechi, i cittadini di Madone e di Grezzago.
L’evento è interamente promosso da comitati cittadini e ha carattere apolitico.

#NonBruciamoIlNostroFuturo

Per contatti o informazioni: comitatolna@gmail.com ; rifiutizeromerate@gmail.com

CLICCA QUI per la locandina dell’evento.

Comitato La Nostra Aria
Rete Rifiuti Zero Lombardia


domenica 4 giugno 2017

25 Maggio 2017 - Italcementi dichiara di voler procedere con l'indagine - Facciamo alcune considerazioni...

Qui sotto vi riportiamo la nostra risposta all'articolo comparso su l'Eco Di Bergamo il 25 Maggio 2017, del quale riportiamo pure uno stralcio.

Vista l'attinenza dell'articolo ad un tema che, da molto tempo, stiamo portando all'attenzione di cittadini ed amministrazioni, non potevamo esimerci da ribadire la nostra posizione e puntualizzare qualche concetto importante.

La nostra risposta è stata inviata alla direzione de l'Eco di Bergamo, purtroppo non abbiamo avuto modo di constatarne la pubblicazione, salvo ci sia sfuggita la notizia.


CLICCATE SULL'IMMAGINE per leggere il documento.



mercoledì 22 marzo 2017

18 Marzo 2017 - Consegna delle firme al sindaco di Cornate

Prosegue il nostro impegno per coinvolgere direttamente i sindaci nello svolgimento di una indagine epidemiologica indipendente.

Sabato 18 marzo abbiamo consegnato sindaco di Cornate d'Adda le firme di suoi concittadiniraccolte con petizione popolare tramite gazebo pubblici sul territorio di Cornate.
A queste abbiamo aggiunto le firme di più di cento medici specialisti che, tramite questa seconda petizione, si sono dichiarati fermamente contrari all'aumento di combustione di rifiuti nel cementificio di Calusco d'Adda.

Come sempre ringraziamo il sindaco della disponibilità e la popolazione per la partecipazione, che non ha mancato di intervenire con domande circostanziate ed anche positivamente provocatorie.

Nel consegnare le firme facciamo bene notare al sindaco che queste devono essere viste come forte strumento che lo legittimi ad avviare, insieme ad altri comuni, una indagine epidemiologica indipendente.

Purtroppo, nel chiedere riscontro al sindaco di una sua decisione solamente presa di posizione in merito, ci troviamo davanti alla declamazione di tutte le difficoltà certamente reali che le amministrazioni si trovano ad affrontare per giustificare la spesa.
Un atteggiamento quindi più "protezionista" che "interventista", nel senso che si pongono tutti problemi senza auspicare nessuna soluzione, anche di tipo interlocutorio preliminare.

Il tutto per non si sa quale timore svolgere indagini sanitarie seria, mentre quando si è trattato di spendere 10.000 Euro per un consulto tecnico, sono bastate poche settimane per procedere attivamente della pratica. Tra l'altro, a quanto sembra, senza ottenere poi un significativo riscontro.

Anche in quest'occasione vorremmo gridare a tutti i sindaci di mettere da parte i dubbi, ed impegnarsi seriamente e velocemente in una indagine epidemiologica indipendente con tecnici professionisti.
Bisogna liberarsi dai vincoli della burocrazia, è importante trovare subito la strada per rispondere alle richieste di migliaia di cittadini chi da più di 18 mesi si rivolgono alle istituzioni chiedendo questa analisi indipendente!

Altre consegne di firme ai sindaci di altri comuni sono previste, vi terremo informati!!


IMPORTANTE:
LE PETIZIONI PER ALTRI COMUNI SONO ANCORA APERTE!
CHI VUOLE PARTECIPARE CLICCHI QUI PER ACCEDERE ALLE BASI PREDISPOSTE PER RACCOGLIERE FIRMETUTTI POSSIAMO CONTRIBUIRE rispettando le modalità di compilazione che trovate in questa cartella


Per chi volesse approfondire le motivazioni della petizione, CLICCHI QUI per accedere all'articolo preparato per l'avvio dell'attività.








mercoledì 22 febbraio 2017

Una azienda privata si oppone alle istituzioni che cercano di tutelare la popolazione.

Sembra questo il senso dell’articolo di Sabato 18-02 su l’Eco di Bergamo:
Italcementi fa ricorso al TAR perché la Provincia vuole vederci chiaro sul rischio di impatto ambientale a fronte di un aumento della pratica di bruciare rifiuti nell’impianto di Calusco d’Adda; e meraviglia, anche, che il sindaco del paese su cui sorge lo stabilimento sembri più interessato a vaghe, quanto improponibili, compensazioni ambientali che alla salute dei suoi cittadini, visto il totale disinteresse, anzi la contrarietà, per una indagine epidemiologica che darebbe una risposta definitiva e certa all'annoso problema della certificazione della qualità ambientale dell'isola bergamasca e del conseguente impatto sulla salute dei suoi residenti.

Come mai il sindaco si oppone così tanto? “l’impianto è assolutamente all’avanguardia”, dichiara Italcementi. Siamo sicuri che sia all’avanguardia... ma come cementificio e non come inceneritore. Credo sia interesse soprattutto dell’impresa chiarire l’aspetto ambientale e, se non vuole chiarirlo, allora si rafforzano i nostri dubbi su quel che da anni accade nell'isola. I comitati cittadini da sempre chiedono certezze che solo attraverso studi medico-scientifici e indipendenti si possono avere.
Questo è il minimo che una istituzione deve fare.

Quindi avanti Provincia: non può un interesse privato prevaricare i diritti di un territorio, siamo pronti a mobilitarci per sostenere il fondamentale diritto alla salute.