sabato 6 agosto 2016

I COMITATI SUL CASO ITALCEMENTI CALUSCO D’ADDA: INDAGINE EPIDEMIOLOGICA SI’, MA QUALE IL METODO?

Abbiamo appreso dai media che il 3 agosto la Provincia di Bergamo ha fatto proprio il parere espresso dalla locale ATS con il quale viene giudicata insufficiente la documentazione prodotta da Italcementi nell’ambito del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale avviato a seguito della richiesta della società di aumentare, sino a 110.000 t/anno, i combustibili costituiti da rifiuti da utilizzare nel forno di cottura di Calusco d’Adda (BG), in parziale sostituzione dei combustibili in uso (attualmente è già autorizzato l’utilizzo sino a 30.000 t/anno di CDR- combustibile derivato da rifiuti).
Finalmente per la prima volta da quando è stata avviata la discussione sul procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale si riconosce che nell’Isola Bergamasca e nel comune di Calusco d’Adda si è in presenza di alcune criticità sanitarie, tali da suggerire una maggiore attenzione e cautela su ogni scelta che possa rappresentare un ulteriore peggioramento delle condizioni ambientali e sanitarie dell’Isola e del territorio limitrofo del meratese e della Brianza.
Ricordiamo infatti che in questa area, oltre al cementificio, ci sono già ben 5 inceneritori che bruciano rifiuti, per un totale di circa 680.000 t/anno (dati 2015). Già il “Report sintetico Asl 2012-ambito Isola Bergamasca” evidenziava chiaramente una mortalità del +7% per tutti i tumori rispetto al resto della provincia di Bergamo.
Le osservazioni svolte dalla ATS si traducono nella richiesta, a Italcementi, di integrare lo Studio di Impatto Ambientale con una specifica analisi epidemiologica al cui esito, supponiamo, saranno subordinate le successive valutazioni in sede di Conferenza dei Servizi.
Come comitati cittadini, supportati da tecnici specializzati e medici ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente) e Medicina Democratica, da oltre un anno insistiamo sulla necessità di focalizzarsi sui danni e sui rischi per la salute per i cittadini residenti sul territorio di ricaduta delle emissioni del cementificio di Calusco d’Adda.
Condividiamo quindi la soddisfazione pubblicamente espressa dal Dott. Matteo Rossi, Presidente della Provincia di Bergamo, il quale ha dichiarato: “Colgo favorevolmente il parere Ats che segue le indicazioni espresse dal consiglio provinciale facendo proprie le richieste della Cib e dei comitati”.

Ci preme però sottolineare che né il Consiglio Provinciale né l’ATS hanno in realtà fatto “proprie le richieste dei comitati”.

La richiesta dei comitati in realtà è una sola ed è molto ben dettagliata: una indagine epidemiologica georeferenziata con metodo caso-controllo sui casi acuti.

La scelta del METODO può apparire zelante, ma è a dir poco fondamentale.

Il metodo determina la validità del risultato dell’analisi, che, se condotta con scarso rigore scientifico, con una metodologia non adatta al caso specifico o, peggio ancora, in una situazione di conflitto di interessi, potrebbe anche tradursi solo in una perdita di tempo e denaro e in un ennesimo nulla di fatto alle spalle dei cittadini.
Ne è un esempio il caso del vicino inceneritore di Trezzo d’Adda (MI), per il quale è stata condotta una analisi epidemiologica non interpretabile in quanto mancante di georeferenziazione e quindi non in grado di far ricondurre incontrovertibilmente le criticità sanitarie rilevate allo specifico impianto di incenerimento preso in esame.

Per questa ragione, pur accogliendo favorevolmente i nuovi indirizzi assunti dalla Provincia, come comitati cittadini non possiamo accontentarci di un impegno a una generica e non-meglio-specificata indagine epidemiologica e chiederemo a breve alla Provincia e all’ ATS – attraverso apposita interrogazione – di conoscere, nel merito, quale metodo di analisi verrà adottato e quant’altro possa servire a maggiore garanzia che il lavoro che ci si appresta a fare sia il più serio e rigoroso possibile, nell’interesse della popolazione dell’Isola Bergamasca, del meratese e della Brianza.
Auspichiamo si opti per uno studio georeferenziato sulle aree di ricaduta dei fumi.
Inoltre l’impegno dei comitati sarà rivolto a comprendere come verrà coordinato e quali indirizzi assumerà il lavoro dell’Osservatorio Ambientale, costituito in seno alla Comunità dell’Isola Bergamasca che proprio dalla Provincia di Bergamo aveva ricevuto ampia delega per svolgere attività di monitoraggio ambientale sul territorio, oltre ad “attivare ogni opportuna indagine, anche epidemiologica, in accordo con l’ATS, tenendo conto delle istanze del territorio, anche relativamente ai metodi di indagine”.

5 agosto 2016
COMITATO LA NOSTRA ARIA - RETE RIFIUTI ZERO LOMBARDIA